Jonathan C. Randal Multimedia
Maria Giuseppina Cavallo
Éditeur : Riuniti
1998, Roma
Partendo dalle sue esperienze come corrispondente di guerra in Medio Oriente, un grande giornalista americano ricostruisce l'enigma e la tragedia del popolo curdo. In un racconto che unisce il rigore dello storico e il piglio del grande narratore, Randal ripercorre il passato millenario dei curdi e le loro tormentate vicende in questo secolo, i contraddittori rapporti con le potenze straniere e l'impossibile convivenza con gli Stati (Iran, Iraq, Turchia) che si suddividono il loro territorio. È una storia amara e affascinante, fatta di grandi illusioni e di terribili atrocità, un destino racchiuso in «migliaia di sospiri, migliaia di lacrime, migliaia di rivolte, migliaia di speranze». Randal non chiude gli occhi di fronte alle contraddizioni dei curdi, alle ambiguità dei loro leader, alla loro incapacità di uscire da una logica tribale che dà vita a interminabili lotte intestine. Ma a risaltare sono soprattutto le enormi responsabilità delle grandi potenze e degli Stati europei, che hanno usato la questione curda — attraverso promesse mai mantenute e alleanze presto tradite — solo per difendere i propri interessi in Medio Oriente.[1]